Interviste

INTERVISTA A IGNAZIO ZUCCA

Quando e come nasce il tuo percorso artistico-musicale e quali persone, musicisti ed episodi hanno influenzato maggiormente il tuo lavoro?

Il mio percorso artistico nasce all’ombra di due miei fratelli più grandi che tra i 60/70 suonavano Beatles Dylan Deep Purple Led Zeppelin Rolling Stones insomma Folk Americano e Hard rock in genere.
Ho imbracciato la chitarra all’età di tredici anni scimmiottando i cantautori italiani che andavano al periodo De Andrè,De Gregori, Battisti,Guccini e altri.
Erano i primi anni 70, Quando poi è apparso nel panorama musicale un nuovo cantautore italiano che suonava e cantava in modo che al periodo in italia era una novità,il suo nome è Edoardo Bennato.
Mi son sentito improvvisamente come posseduto da questo “matto che suonava rock in italiano novità assoluta.
E come tutti gli adolescenti che si innamorano di qualcuno (in questo caso era amore musicale) ho iniziato a suonare le sue canzoni facendole mie.
Ma è stato anche la motivazione che ha smosso anche la mia vena nascosta compositiva.
Ho iniziato ascrivere qualche pezzo e lo mettevo all’attenzione dei miei amici che non sapendo che erano brani miei mi chiedevano chi fosse il cantautore che aveva composto tali canzoni.
Adesso son passati tanti anni e brani nuovi non ne scrivo quasi più però è rimasto tutto il repertorio che è ancora attualissimo sia nei testi che nelle musiche.
Cosa cerchi dalla musica e cosa vuoi dare attraverso lei?
Son riuscito a trasmettere la mia passione per la musica anche a i miei 3 figli Alessandro, Andrea, Marco.
Con tanti sacrifici son riuscito a farli studiare al conservatorio di musica di cagliari rispettivamente Alessandro Flauto traverso, Andrea pianoforte, Marco Violoncello e pianoforte.
Purtroppo però poi hanno intrapreso altre strade, specie Alessandro che ha lasciato il flauto per dedicarsi alla chitarra rock pop, Andrea ha continuato con le tastiere e Marco invece Chitarra pianoforte e canto.
Devo dire che sono molto soddisfatto delle loro scelte e dei loro gusti musicali che rispecchiano a pieno i miei.
Con loro mi diverto in performance di tutto rispetto,quando capita che ci si trova tutti assieme da qualche parte.
C’è una parte della tua ricerca musicale di cui vorresti parlare in particolare?
Il mio percorso musicale a livello di esibizioni live è abbastanza ricco e variegato.
Prevalentemente mi esibivo come cantautore da solo accompagnandomi con chitarra e armonica a bocca (vedi Bennato, Dylan Donovan) e poi con la band elettrica dove si suonavano sempre le mie canzoni e qualche cover di altri artisti.
Attualmente invece mi sto’ dedicando alla musica italiana (cantautori e gruppi storici anni 70/80 .
Ho una formazione acustica Duo io e il mio socio Nino Cerolini, con lui si è instaurato un rapporto molto forte basato sopratutto sui gusti musicali che sono gli stessi per entrambi ed ovviamente l’amicizia che ci lega da diversi anni.
Poi ho un’altra formazione sempre acustica TRIO BENNATO TRIBUTE SHOW che come si capisce è un tributo al mio cantautore preferito.
Ed è composto da me di nuovo Nino Cerolini ed il terzo componente è Luca Becciu.
3 chitarre acustiche sei e 12 corde armonica e kazoo.
Direi che ci divertiamo tanto in tutte e due le situazioni.
Qual’è il tuo rapporto con le case discografiche e che possibilità ci sono di emergere?
Non ho mai avuto la possibilità di poter accedere ad una casa discografica, nonostante negli anni 80 e 90 ne ho avuto l’occasione per il semplice motivo che bisognava partire a Milano o Roma e in quel periodo no avevo la disponibilità finanziaria per fare ciò.
Mi sono accontentato di incidere 4 brani su multi-traccia giusto per avere delle demo.
Ma è servito a ben poco anche perché qui in Sardegna gli sbocchi erano nulli.
Qualche recensione in giornali locali, piccole apparizioni sempre in tv locali e nient’altro.
Però non lo dico con rammarico!
Per me è stato ed è soddisfacente.
Cosa consiglieresti ad un musicista che vorrebbe vivere di quest’arte?
Oggi potrebbe sembrare più semplice lavorare di musica con l’avvento di internet sembra che sia tutto più facile, però appunto perché c’è internet i canali sono saturi di gente che suona e che vuole mettersi in evidenza con la propria musica, il risultato è uguale a quello dei miei tempi.
Ci vuole molta bravura ed altrettanta fortuna.
 
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Francesco Cogoni.
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