Interviste

INTERVISTA AD ALESSANDRA BISI

Quando e come nasce il tuo percorso artistico?

Non ricordo quando ho deciso che sarei stata un’artista.

Sono certa che il mio percorso artistico è nato divertendomi a scarabocchiare.

Una storia comune che grazie alla passione per il disegno e il colore è diventata la mia.

La mia storia di artista si è costruita sia al Liceo Artistico che all’Accademia di Belle Arti.

Il mio interesse mi ha portato anche a studiare design all’Istituto superiore e non ho ancora smesso di studiare i mezzi per potere usare il linguaggio artistico in modo sempre più efficace ma originale.

Infatti studio grafica web per conoscere i programmi Adobe.

Sia durante che dopo la mia formazione che ritengo specialistica e molto tecnica, ho incominciato a comporre opere mie che fossero autonome.
Realizzate con il linguaggio prevalentemente pittorico.
Quali persone, artisti ed episodi hanno influenzato maggiormente il tuo lavoro?
Ho avuto la fortuna di avere maestri eccezionali come Italo Antico, Maurizio Martino, Domenico Manfredi.
Li ritengo grandi maestri perché mi hanno seguita senza influenzare minimamente il mio lavoro.
Cosa cerchi attraverso l’arte?
L’Arte mi regala da sempre la possibilità di scegliere e vivere una realtà che preferisco a quella in “dotazione”.
C’è una parte della tua ricerca di cui vorresti parlare in particolare?
Nelle mie opere astratte ho un approccio di vera e propria costruzione che realizzo con i miei segni, le campiture di colore e altro.
Potrebbero essere paesaggi mentali o anche ragionamenti.
Essi sono illeggibili sul piano logico perché la pittura è un linguaggio diverso da ogni altro e non si può leggere ne con le parole ne con interpretazioni personali legate alle immagini prodotte.
Per questo motivo spesso i titoli delle mie opere non sono altro che una possibile chiave di lettura perché essa possa suggerire la sensazione derivante dall’opera.
Quando ho intenzione di comunicare con la pittura ponendomi domande oppure occupandomi di concetti che intendo esprimere, uso anche immagini e figure.
Non mi pongo limiti di espressione e ricerco sempre il mezzo tecnico più adatto al mio messaggio.
In questi ultimi due anni mi sto dedicando alla realizzazione di un’ opera unica che consiste nell’uso della pittura tradizionale e del video.
Le mie opere astratte recenti sono realizzate su carta a tecnica mista in cui ho scelto mezzi diversi fra loro come il carbone.il colore e il bitume.
Anche l’uso dei pigmenti mi consente di lavorare sulla densità,la trasparenza,la resa satura del colore o il contrario.
Qual’è il tuo rapporto con il mercato?
Il mio rapporto con il mercato è piuttosto scollato dal successo che riesco ad ottenere sia dalla critica che dalle numerose gallerie che mi hanno esposto.
Accetto raramente di essere venduta attraverso un mercato incompetente pur essendo molto elastica con i miei coefficienti.
Il discorso del rapporto con il mercato è veramente complesso e credo per molti artisti difficile da gestire in quanto sempre secondo rispetto all’interesse per la ricerca.
Cosa consiglieresti ad un artista che vorrebbe vivere d’arte?
Ad un giovane artista sono costretta per realismo a consigliargli di resistere ma anche di perseverare nel porre in primo piano la creazione libera da ogni infatuazione che a volte il non sapere vedere crea nella collettività.
 
Francesco Cogoni.
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