ArteInterviste

Silvia Argiolas “lavoro tanto e (molto) meglio”.

  
Come procede la vita in questo momento difficile?

Come sempre, lavoro tanto e (molto) meglio.

Stai continuando a dipingere?

è la mia vita ed il mio lavoro, non saprei che altro fare.

Com’è cambiata la tua arte in una condizione di semi isolamento come quella in cui ci troviamo?

Ho avuto la fortuna di fare un viaggio prima di tutto questo caos: sono stata a New York, più precisamente nel South Bronx, un luogo affascinante ma anche se, a detta di molti, un po’ pericoloso.

Ho bisogno di vivere per evolvere il mio lavoro, solo la vita ti fa capire chi siamo: in ogni viaggio disegno tanto e per il resto cambio spesso.
Mi annoia la ripetizione.

Hai modo di tenerti in contatto e condividere la tua arte con i fruitori? Che ruolo giocano i Social in questa battaglia?

I social servono per far conoscere il mio processo creativo, per il resto è noia.

Il mio incubo è, nel caso di morte (mia), ritrovarsi davanti a frasi fatte, cazzate banali che si dicono dopo la vita, dopo la morte di una persona: la vita ci vince sempre.

Che ruolo dovrebbe svolgere l’artista in questo momento storico?

nessun ruolo: i ruoli li lascio al teatro oppure a “Sentieri”.

Secondo te, come cambierà il mondo, ma sopratutto i mercati dopo la fine del covid-19?

Chi è ricco resta ricco, chi è povero rimane povero e le vie di mezzo entreranno nella seconda categoria.

Francesco Cogoni.
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