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Paolo Scheggi: tra astrazione e concretezza

Paolo Scheggi (Settignano, 1940 – Roma, 1971) è stato un artista italiano che ha attraversato diverse esperienze artistiche, dalla pittura alla scultura, all’architettura, fino alla performance. La sua breve carriera, stroncata prematuramente a soli 31 anni, è stata ricca di innovazioni e sperimentazioni che lo hanno reso uno dei protagonisti dell’arte italiana del secondo dopoguerra.

Le prime esperienze di Paolo Scheggi e l’incontro con Fontana

Dopo gli studi a Londra, Scheggi si trasferisce a Milano nel 1961, dove entra in contatto con gli artisti dell’epoca e stringe un importante sodalizio con Lucio Fontana. Il maestro del movimento spaziale riconosce in Scheggi un talento eccezionale e ne segue con attenzione la ricerca artistica.

Dall’astrazione geometrica alle “interferenze”

Le prime opere di Scheggi si concentrano sull’astrazione geometrica, con l’utilizzo di tele monocrome attraversate da linee e reticoli. A partire dal 1964, l’artista introduce nelle sue opere elementi di concretezza, come chiodi, viti e catene, che creano interferenze sulla superficie pittorica. Nasce così la serie delle “interferenze”, opere che esplorano la relazione tra spazio reale e spazio virtuale, tra superficie e profondità.

La sperimentazione con materiali e linguaggi

La ricerca di Scheggi non si limita alla pittura. L’artista sperimenta con diversi materiali, come il legno, il plexiglass e la neon, e si cimenta in diverse discipline, come l’architettura, la poesia e la performance. Nel 1967 realizza la sua opera più celebre, “Astratta”, una grande struttura luminosa che occupa lo spazio della galleria.

Paolo Scheggi un artista Concreto, Astratto

La prematura scomparsa di Paolo Scheggi ha interrotto una carriera promettente e ricca di spunti innovativi. Tuttavia, il suo lavoro ha lasciato un’eredità importante nel panorama dell’arte italiana del XX secolo. Le sue opere, con la loro tensione tra astrazione e concretezza, continuano ad affascinare e ispirare artisti e critici.

Paolo Scheggi alla Collezione permanente di Tate Modern di Londra

Siamo felicissimi di annunciare che Inter-ena-cubo (1970) di Paolo Scheggi, già parte della Collezione permanente di Tate Modern di Londra, è tra le opere della mostra internazionale The Dynamic Eye: Op and Kinetic Art from the Tate Collection che ha aperto lo scorso 30 settembre 2022 al Museum of Art Pudong (MAP), visionaria architettura di Jean Nouvel a Shanghai, Cina.
La mostra riunisce quasi 120 opere d’arte, che spaziano tra vari media quali pittura, rilievi, serigrafie, sculture, installazioni e video, in un’ampia indagine sull’Arte Op e Cinetica da una prospettiva globale.
La mostra è co-organizzata dal MAP e dalla Tate, prodotta da Lujiazui (Group) Co., Ltd., curata da Clara Kim, former Daskalopoulos Senior Curator, International Art, Tate Modern, e da Matthew Watts, Assistant Curator. Il progetto è coordinato da Katie Chester, Project Manager, Collection Exhibitions.

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