ArteInterviste

Michele Mereu “E’ un momento di sospensione”.

   
Come procede la vita in questo momento difficile?
E’ un momento di sospensione, cerco di capire cosa succede, non siamo abituati a vivere una situazione tragica come questa.
Abbiamo vissuto per più di settanta anni (noi italiani, europei, ecc.) la nostra vita senza grossi problemi di guerre, carestie, ecc. in uno stato di benessere generalizzato con un procedere di una vita normale.
Quella “normalità” che personalmente una volta detestavo e che ora in qualche modo sto riconsiderando.

Stai lavorando a qualche progetto artistico?
Si, sto lavorando a un progetto “Walls” anch’esso al momento in sospeso, perché si doveva realizzare a maggio presso la Pinacoteca Comunale C. Contini di Oristano e che sicuramente subirà uno slittamento della data di apertura.
Un progetto che prevede la partecipazione di diversi artisti sardo-campani in un gemellaggio fra le due regioni.
Com’è cambiata la tua arte in una condizione di semi isolamento come quella in cui ci troviamo?
L’isolamento non mi spaventa è una scelta di vita che percorro da diversi anni.
Questa quarantena forzata non ha stravolto la mia visione del fare arte, continuo ad agire nello stesso modo di prima, se c’è la pulsione del fare realizzo, in caso contrario mi annoio, leggo, guarda la tv, ecc. e nel frattempo non tralascio il lavoro che faccio su me stesso con la fotografia e video usando sempre una certa ironia.
Hai modo di tenerti in contatto e condividere la tua arte con i fruitori? Che ruolo giocano i Social in questa battaglia?
Chi come me fa uso dei social, non può che condividere la sua creatività, perché ti dà la possibilità, più delle mostre, di arrivare a un maggior numero di fruitori.
In questo momento particolare, a maggior ragione, i social sono uno strumento potente per restare connessi sia con l’arte che con la vita in genere.
Che ruolo dovrebbe svolgere l’artista in questo momento storico?
E’ difficile pensare al ruolo dell’artista in questo presente, la moltitudine degli artisti fa pensare anche a mille modi di fare arte.
Personalmente spero in un ripensamento sull’arte come scelta sociale.
Secondo te, come cambierà il mondo, ma soprattutto i mercati dopo la fine del covid-19?
Il mondo si risveglierà lentamente, per riprendersi tutti quei gesti e abitudini cui siamo stati costretti a far a meno a causa della pandemia.
La passeggiata, l’abbraccio, il caffè al bar, la visita o la partecipazione ad una mostra ecc. saranno momenti da riconquistare per riappropriarci di una vita normale con la consapevolezza di quanto valgono anche solo le nostre piccole abitudini giornaliere.
Per il mercato dell’arte non ho una risposta, è un problema che non mi sono mai posto perché non l’ho mai cercato, sono un pessimo venditore dei miei lavori.
Ci sarà sicuramente una flessione, chi ha le possibilità economiche e interesse per l’arte continuerà a farlo, chi invece deve sopravvivere avrà delle altre priorità.
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