Interviste

INTERVISTA A SATURNO BUTTÒ

Quando e come nasce il tuo percorso artistico?

A parte gli studi (a Venezia nel corso di tutti gli anni ’70 Liceo Artistico e Accademia di Belle Arti) ho dedicato dieci anni di personale ricerca sulla pittura ad olio nel mio studio.

Mi sono reso conto solo nei primi anni ’90 che quello che stavo facendo cominciava ad avere una qualche importanza, sia tecnicamente che in termini di contenuto.

Fondamentalmente tutto il mio percorso artistico nasce dalla copia dal vero ed in particolare dalla ritrattistica.

Mi sono interessato solamente alla figura fin dai tempi del Liceo e l’interesse continua tuttora…

Quali persone, artisti ed episodi hanno influenzato maggiormente il tuo lavoro?

Credo che la rivelazione sia arrivata negli anni dell’Accademia.

A quel tempo fare “arte “ attraverso l’uso di tecniche tradizionali sembrava superato.

Personalmente ho cominciato ad interessarmi di avanguardie abbandonando la pittura a favore della fotografa o dei video.

Arte concettuale e body Art soprattutto.

In particolare mi affascinava il lavoro di Gina Pane.

E comunque tutti gli artisti che operavano con il corpo erano fonte d’ispirazione e di interesse.

Cosa cerchi attraverso l’arte?

Egoisticamente, il piacere (non pittorico)!

C’è una parte della tua ricerca di cui vorresti parlare in particolare?

Io non amo parlare del mio lavoro, fatico anche a dare queste risposte.

Lo faccio, mio malgrado, poiché sono consapevole della curiosità che una parte del pubblico nutre nei confronti di qualche cosa che potrebbe interessargli.

In estrema sintesi posso dire che quello che faccio “accade”.

Vivo la mia vita cercando una mia forma di bellezza, ovunque.

Musica, libri, cibo, religione, costume, ecc…

La pittura diventa uno strumento che fissa la memoria personale, prima che sociale.

E’ un po’ come un diario che aiuta a non dimenticare episodi di vita e le persone soprattutto.

Qual’è il tuo rapporto con il mercato?

Penso che quando un artista vende bene dovrebbe porsi delle domande.

Io ho un ottimo rapporto con il mercato, vendo poco e mi accontento.

La ricerca artistica deve necessariamente sganciarsi dal mercato, altrimenti si finisce con l’assecondare il gusto degli altri facendo, fondamentalmente, decorazione.

Cosa consiglieresti ad un artista che vorrebbe vivere d’arte?

Di avere pazienza e di guardare ad una platea internazionale.

Comunque la domanda è un po’ “delicata” e mi devo agganciare alla risposta precedente: si deve fare una scelta.

O fai opere per vivere adeguandoti alla moda del momento e se sai dipingere bene molto probabilmente vivi del tuo lavoro, oppure, ti dedichi alla tua ricerca sperando…

Nella fortuna, anche. Ma un artista (per quanto mi riguarda) deve fare solo quello che davvero si sente senza pensare a vendere.

Se il talento c’è prima o poi qualcosa succede.

sito: http://www.saturnobutto.com/

Profilo facebook: https://www.facebook.com/opusaturni.butto

Francesco Cogoni.

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