Interviste

INTERVISTA A ERICA COCIANCICH

Luna Park

Quando e come nasce il tuo percorso artistico?
Sono sempre stata, fin da piccola, incline alla manualità, al far da me, al “pastrocchiare” e tuttora, e sempre più lo ricerco, un po’ in tutti gli aspetti della vita.

Se devo sancire un inizio del mio percorso, per quanto riguarda la mia espressività artistica, direi che, stimolata dopo gli anni di lavoro nel restauro e con il passaggio alla formazione ed esperienza nell’ambito della costruzione di scenografie teatrali, tutto comincia con la realizzazione selvaggia di una piccola tela di vecchio lenzuolo e su questa del primo autoritratto.

Era l’agosto 2011.

Quali artisti hanno influenzato maggiormente il tuo lavoro?

Non so a che livello posso ritenermi influenzata, posso dire di aver subito il fascino di alcuni artisti in particolare.

Dovendo far nomi, per non rischiare di srotolarne lunghi elenchi, ne cito solo due, quelli per cui il mio interesse e gradimento è ormai divenuto una sorta di amichevole affetto incondizionato, G.Klimt e A. Mucha.

Cosa cerchi in arte?
Il tentativo, la possibilità di materializzare e fissare, rendere permanente il mio sentirmi vivere, la forza di estemporanei istanti di una coscienza piena di presenza al mondo.
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C’è una parte della tua ricerca di cui vorresti parlare in particolare?
Non sono nemmeno in grado di dire se sto facendo qualche ricerca.

E se lo faccio credetemi ne son totalmente inconsapevole.

Sono estremamente “onnivora” ed empirica, un’ eterna ignorante, desiderosa di provare ed apprendere. Beffardamente si contrappone a questa condizione il fatto che ho tempi e spazi da dedicare materialmente all’arte minimi e precari (al contrario della testa invece che spesso è operativa quasi 24h su 24 …) i modi e le mie conoscenze tecniche quasi prive di basi.

Insomma probabilmente mi piace complicarmi la vita…
Una cosa che posso sottolineare, forse in tema con la domanda, è che nel mio lavoro do personalmente una grande importanza i titoli…

Mi piace la parola, mi piace giocarci.

Qual’è il tuo rapporto con il mercato?

Ci compro la frutta…
Seriamente, il mercato dell’arte lo considero un po’ un mistero.

Cosa consiglieresti ad un artista che vorrebbe vivere d’arte?

A saperlo!

Ma come disciplina generale, che si riesca o no a vivere d’arte, consiglio di confrontarsi allo sfinimento in primis con se stessi, mettersi allo specchio, lavorare sodo, non demordere, di evitare dubbie scorciatoie o false speranze (per altro secondo me pure di facile individuazione, dunque starne alla larga non dovrebbe esser complicato).

Di mettere l’arte, nell’approccio, come intenzione, nel modo di guardare a qualsiasi altro lavoro si sia eventualmente costretti a fare.

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indirizzo pagina web:   http://ericacociancich.wix.com/immaginificapittura

Francesco Cogoni.

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