ArteInterviste

Intervista a Vito Mazzotta

Quando e come nasce il tuo percorso artistico?

Il mio percorso artistico nacque a Cerro Maggiore (MI), dove mi ero recato per lavorare, nel lontano 1968.

Con i primi soldi comprai delle tele, colori, pennelli, tavolozza e cavalletto.

Comincio così il mio percorso artistico.

Poi, dopo il servizio militare, ripresi gli studi e frequentai le Accademie di Belle Arti a Roma e a Firenze.

Mi diplomai nel 1977 con tutti 30 e lode.

Quali persone, artisti ed episodi hanno influenzato maggiormente il tuo percorso?

L’arte della Preistoria, Cretese-Micenea, Greca Arcaica, Etrusca e via via fino a Gauguin, Sironi e poi la Body Art, per poi Fare un salto di Anni-Luce che hanno liberato l’Uomo tout-court e lo hanno restituito al Cosmo.

Cosa cerchi attraverso la forma d’arte che utilizzi?

La Liberazione dell’Uomo dalla Parete Verticale della Rappresentazione, per Vivere l’Orizzontalità della Vita.

C’è una parte nella tua ricerca artistica di cui vorresti parlare in particolare?
Ho potuto realizzare la performance “Nascere Ancora: per una nascita senza violenza”, a Lecce, il primo marzo 1979.
La performance continuò con l’intervento della Polizia, il trasporto in Questura e poi in Carcere di San Francesco, dove restammo alcuni giorni, processati, condannati, poi riprocessati al Processo d’Appello, dopo un anno ed Assolti, perché fu motivata la Libertà d’Espressione Artistica.

Qual è il tuo rapporto con il mercato?

Nessun rapporto con il mercato, perché, nonostante tutto, non trovo gallerie che sappiano apprezzare e valorizzare le mie opere.

Cosa consiglieresti ad un artista che vorrebbe vivere d’arte?

Se si è un Artista (un vulcano attivo) non si potrà che eruttare il proprio “Magma interiore”…

E si continua a farlo fino a che se ne ha.

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Francesco Cogoni.
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