Fabrizio Acciaro

Fabrizio Acciaro nell’intervista racconta:

Se vogliamo parlare di percorso inteso come professionale, direi che stiamo appena iniziando. Ovvero questa recente è la mia prima personale poiché nella mia vita l’arte è rimasta un interesse intimo e introspettivo che ho coltivato con grande passione, ma tanto riserbo. 
Da quando ho acquisito la coordinazione mani-occhi, la mia famiglia ha capito non sarebbe stato facile contenere quel groviglio di idee e immagini che avevo nella testa e nell’anima, infatti ogni qualvolta sfuggivo alla loro supervisione cominciavo a disegnare un po’ovunque, muri compresi.

Più avanti, con una maggiore consapevolezza e la mia dedizione, a volte trascurando anche i miei doveri scolastici, sono riuscito a capire quanto fosse importante per me l’espressione artistica e mi sono iscritto all’ex Liceo del Convento San Giuseppe, oggi Foiso Fois, passando poi all’ex Liceo di Piazza Dettori intraprendendo il curriculum che allora veniva definito “Accademia”.

e prosegue nell’intervista

Mi interessa molto il gioco di luci, dove cadono e non da dove provengono, cosa è celato nelle zone d’ombra e cosa invece appare chiaro ed evidente.

Batto molto su questo punto perché fa parte anche di quella logica di racconto, come se sviluppassi più storie parallele.

Per quanto riguarda le sculture, come ho già detto, mi piace l’idea di poter creare una sorta di scenografia che parli di un passato quasi cristallizzato nella memoria.

Oppure un futuro ancora immobile, indefinito che aspetta solo di animarsi, magari nella pittura. Per arrivare a questo ho fatto delle ricerche, di forme, colori, abbinamenti e così via.

La trama si è dipanata quasi in autonomia, è stato un crescendo di intrecci di idee che si sono manifestati in questa serie “Underground”.

l’intervista completa al link: https://connectivart.altervista.org/tag/fabrizio-acciaro/

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