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“IL SEGNO BREVE DI MEWY”

Ricordo che Mewy mi fu presentata alla fermata del pullman da un’amico diversi anni fa, eravamo entrambi di fretta, una stretta di mano, uno scambio di nomi, non la vidi più da allora.

A distanza di qualche mese dalla sua morte lo vengo a sapere attraverso questa mostra. Antonio Mallus mi consiglia di passare al Liceo Artistico G.Brotzu di Quartu raccontandomi della mostra e dell’accaduto, io non sapevo ancora di averla conosciuta. Mentre guardo i lavori mi avvicino ad un’immagine presa da internet che la ritrae, il viso mi è familiare, poi comincio a ricordare.

Ieri venerdì 2 dicembre ha avuto luogo l’inaugurazione della retrospettiva omaggio presentata dal I.I.S. G.Brotzu. Tra gli organizzatori e curatori della mostra ho conosciuto Rosario Fiscale che mi ha accompagnato illustrandomi le opere, facendomele scoprire passo passo, presentandomi poi al padre di Maria che, cercando di trattenere l’emozione, mi indica gli ultimi lavori della figlia, parte finale di un percorso di ricerca figurativo ricco di riferimenti visivi, che spazia dalla storia dell’arte ed i suoi spiccati riferimenti alla secessione Viennese, con gli ori che fanno da cornice e che ornano alcuni dei personaggi ritratti, quasi ad ammiccare un’illusoria età di benessere e sviluppo economico. Poi i volti e le pose di personaggi riconoscibili, riferimenti al cinema muto degli anni venti, corpi che sbucano da un’oscurità fumosa, espressi con segno crudo e passione tecnica, assemblati ad elementi naturali dalla valenza simbolica, toccando attraverso di essi i temi del mito, riportando frammenti di storia dell’arte e del cinema, del mondo del tatuaggio e la sua storia, dell’esoterismo, sino alle influenze che più recentemente dal Giappone hanno conquistato l’occidente. Lei rielaborava tutte queste passioni in modo personale, producendo varie serie di lavori in modo molto riconoscibile, Disegnando anche una serie di volti dai tratti asiatici, che contengono e mostrano attraverso gli occhi vuoti il colore dello sfondo, un colore intenso in contrasto con la monocromia dei visi, ed infine i personaggi del suo metamondo più personale, ritratti di ragazze che sembrano quasi bambole di porcellana, fragili quanto orrorifiche.

Mentre osservavo i lavori notavo che lo sguardo ha un’importanza essenziale nella sua produzione: gli occhi che mutano natura, che prendono forma di simbolo, occhi delle volte rappresentati vuoti, completamente privi di iride e pupilla, sguardi che ci dicono più di un’espressione, probabilmente ci raccontano di una paura, o di una capacità, che attraverso i tre punti ricorrenti alle estremità degli occhi si cerca di esorcizzare… o controllare. Questi segni hanno una simbologia che deriva dai popoli del nord Africa, erano tatuaggi terapeutico-magici, fatti per prevenire o superare le malattie a gli organi in cui venivano tatuati e ritenuti anche talismani magici che proteggono dagli spiriti maligni.

Ieri son stato alla mostra di una ragazza che avrei voluto conoscere di persona un po’ meglio, ma che grazie al padre, al fratello, a Rosario Fiscale e tutte le persone che hanno reso possibile che questa mostra potesse essere aperta al pubblico, ho potuto ricordarmi di lei e della nostra breve presentazione, conoscere un lato di lei che altrimenti non avrei mai conosciuto, grazie ai suoi lavori ho potuto conoscere le sue passioni, la sua cultura, la sua grande capacità, che proprio grazie a questi suoi lavori, ci regalerà sempre qualcosa.

La mostra resterà aperta dal 3 al 22 dicembre e sarà visitabile solo in orario scolastico.

Francesco Cogoni.
3 DICEMBRE 2016

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