Interviste

Intervista a Silvia Mei: la mia identità

In questa intervista a Silvia Mei avrete modo di conoscere un artista che adoro, sincera, fortemente espressiva, che racchiude in ogni opera un antropologia sull’alienazione sociale, sull’identità.

S. Mei Un nuovo modo per amarci, 2014, acrilico e tecnica mista su carta, 86x80 cm. jpeg

Intervista a Silvia Mei

Quando e come nasce il tuo percorso artistico?

Se la domanda si riferisce a quale è stato il mio percorso artistico a livello istituzionale, ho inizialmente frequentato il Liceo Artistico a Cagliari e ho poi proseguito per cinque anni all’Accademia di Belle Arti di Sassari.

Trasferitami a Milano ho scelto di prendere la specialistica in Pittura all’Accademia di Brera.

Se, invece, ti riferisci a livello personale trovo difficile dare una risposta in maniera precisa.

Non c’è un quando.

Mi sono sempre sentita vicina all’arte, amavo andare a vedere le mostre con mio padre e amavo disegnare sin da piccola.

L’ho sempre fatto.

E’ naturale.

Ma c’è probabilmente un momento in cui l’arte ti chiama e ne percepisci l’esigenza.

L’esigenza di esprimerti con il tuo linguaggio.

E, nel mio caso, accadde quando capii che la mera tecnica e la minuziosità nell’eseguire un disegno o un dipinto non portano a niente.

Quali artisti hanno influenzato maggiormente il tuo lavoro?

Mi sento di dire che più che gli artisti sono stati gli eventi ad influenzare il mio lavoro.

Gli stati d’animo.

Anche se, ultimamente, credo che probabilmente a livello inconscio sia stata influenzata dalle maschere sarde, dai murales di Orgosolo, e inevitabilmente da tutto ciò che ho vissuto fin da quando sono nata.

Cosa cerchi in arte?

Identità.
Solitamente mi colpiscono le opere che hanno qualcosa che esiste già nella vita reale e che, sempre quel qualcosa, acquista una dimensione diversa, potenziata dall’arte.

Se invece ti riferivi al mio lavoro, ovviamente, cerco di restituire la verità che mi appartiene.

La mia identità.

Cerco di creare il mio alfabeto pittorico e simbolico.

Silvia Mei, Autortratto calva,  tecnica mista su cartoncino, 29,7x21cm, 2015..

Ricerca, rapporto con il mercato e consigli:

C’è una parte della tua ricerca di cui vorresti parlare in particolare?

I miei dipinti sono esattamente quello che vivo.

Io parlo di me e degli altri attraverso la pittura.

La mia pittura è la mia realtà, ma anche tutti i miei segreti.

Qual è il tuo rapporto con il mercato?

Se ci fossero meno disonesti il rapporto con il mercato sarebbe sicuramente più bello perché è insieme ai soldi che ti rubano la fiducia e un’artista la fiducia te la dona sempre con le opere.

Ma sono anche cosciente del fatto che ci sono diverse realtà quindi penso anche a chi mi sostiene e a chi mi ha sostenuto e allora penso che in fondo non è così male.

Cosa consiglieresti ad un artista che vorrebbe vivere d’arte?

Vivere d’arte si può, se si è sinceri.

Vivere dal sistema dell’arte è più difficile, se si è troppo sinceri.

Penso che si debba essere realisti e che l’onestà artistica debba rimanere sempre il fulcro delle proprie espressioni.

Silvia Mei, Dopo il buio, acrilico, olio, foglia oro e tecnica mista su carta, 90x120cm, 2014.

Profilo Facebook: https://www.facebook.com/silvia.mei.9?fref=ts

Francesco Cogoni.

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In questa intervista a Silvia Mei avrete modo di conoscere un artista che adoro, sincera, fortemente espressiva, che racchiude in ogni opera un antropologia sull'alienazione sociale, sull'identità.
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