ArteInterviste

Intervista a Gino Loperfido

In questa intervista a Gino Loperfido scoprirete il suo segno pittorico, tra figurazione e astrazione.

non-sono-finito-sai%2c%2c%2ctela-120x140-a-tecnica-mista-anno-2011

Il percorso artistico di Gino Loperfido


Quando e come nasce il tuo percorso artistico?

Hai detto bene, è un percorso nel senso letterale della parola, poiché già dal ’68, anno in cui uscii dalla Scuola d’Arte Ornamentali di San Giacomo, fino ad oggi, l’evoluzione tecnica, ma anche quella interiore, ha fatto strada come in un “cammino”.

In realtà già prima della scuola disegnavo, interpretavo il mondo e le mie emozioni attraverso i colori, a tal punto da sentire la necessità di chiudere il dettato della maestra con un disegno.

Le parole non mi sono mai bastate.

Quali persone, artisti ed episodi hanno influenzato maggiormente il tuo lavoro?

Un mio difetto, ma forse anche un mio pregio è quello di non essere stato influenzato o innamorato di una corrente o di un artista.

Apprezzo e stimo i lavori degli altri pittori, ma quando dipingo sono solo, loro non ci sono.

La mia pittura “istintiva” fa sicuramente parte di un genere, ma non sono io a seguirla…

è l’osservazione successiva degli altri, siano essi osservatori, critici o curatori, a catalogarmi in quel modo.

Cosa cerchi attraverso l’arte?

Attraverso un gesto pittorico soddisfo una mia esigenza emotiva, oserei dire anche fisica.

Ci sono dei momenti diversi dagli altri, più intensi e vivi.

Questi momenti mi spingono a prendere il pennello e a liberarmi di un’eccedenza energetica.

titolo-caronte-cartone-telato-50x60-tecnica-mista-anno-2015

Ricerca artistica interiore ed impatto con il mondo esterno

C’è una parte della tua ricerca di cui vorresti parlare in particolare?

Dopo la prima fase istintiva, che ha comunque creato della forme sulla tela, mi piace scoprire in esse, magari più razionalmente e con calma, volti o cose da far emergere con più chiarezza.

Il risultato è un ossimoro, ovvero un misto tra informale e figurativo.

Infine in maniera inaspettata emergono figure da me non calcolate e visibili sia ruotando il quadro stesso, sia spostando l’attenzione dello sguardo gestalticamente.

Qual è il tuo rapporto con il mercato?

Il mio rapporto con il mercato passa attraverso un gallerista, ma non disdegno i Social Netwok che velocemente ti proiettano in una realtà di mercato internazionale che non è poi cosi virtuale come si potrebbe credere.

Cosa consiglieresti ad un artista che vorrebbe vivere d’arte?

Ti racconto un’esperienza vissuta direttamente sulla mia pelle:

Si era nel ’65, ero arrivato da poco a Roma, ero giovane e squattrinato.

Vivevo in una camera che costava 18 mila lire al mese di affitto ed abitavo in Via del Babuino 54, quando un giorno ricevetti una proposta da un Mercante d’arte di Via Margutta, quindi proprio vicino a dove abitavo.

Mi disse che se avessi realizzato un quadro al giorno, dico un quadro al giorno! me l’avrebbe pagato anche 3.000 lire.

Feci presto un conto e mi trovai a pensare che sarebbe stata una svolta economica ragguardevole.

Gli portai il quadro e lui regolarmente mi pagò.

Poi però mentre uscivo e già stavo sulla soglia del negozio disse:

“Allora ci vediamo domani!”.

“E’ vero” pensai, “domani lui vorrà un’altra mia tela e pure dopodomani e cosi via…”.

Sai come è andata a finire?

Mi sta ancora aspettando.

Secondo me i bei quadri non nascono a catena o quotidianamente, in questo modo la mia pittura un giorno ne avrebbe certamente sofferto.

Parallelamente alla mia inclinazione artistica ho sempre dovuto fare un altro lavoro, per fortuna in un settore vicino alla pittura, ovvero la pubblicità.

Secondo me ad un certo livello non si può vivere di sola Arte.

Ricordo a tal proposito il famoso aneddoto di Modigliani.

Quando aveva freddo, stando nella sua cameretta posta sui tetti di Parigi, si dice che gettasse le sue tele direttamente nel caminetto, per riscaldarsi.

Ad un artista mi sentirei semplicemente di dirgli di non avere paura di osare e di fare continuamente sperimentazione, scrollandosi di dosso quegli schemi acquisiti con la scuola d’arte, che comunque va fatta.

La ricerca e la curiosità spesso riescono a farti sentire vivo.

E l’arte si nutre di vita.

eso-data-tela-70x100-2013-a-tecnica-mista-anno-2013

mail: gino@loperfido.it
sito:www.loperfido.it

Francesco Cogoni.

/ 5
Grazie per aver votato!
Summary
Article Name
Intervista a Gino Loperfido
Description
In questa intervista a Gino Loperfido scoprirete il suo segno pittorico, tra figurazione e astrazione
Author

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Verified by MonsterInsights