ArteInterviste

INTERVISTA A ELISA CANAGLIA

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Quando e come nasce il tuo percorso artistico?
All’età di 4 anni alla classica domanda “Cosa vuoi fare da grande?” la mia risposta era: “Voglio andare a disegnare”.
Penso di aver sempre avuto questo slancio artistico il quale, durante gli anni, è cresciuto con me in maniera esponenziale .

Il percorso di studi vero e proprio inizia all’Istituto Tecnico Artistico S. B. Boscardin (con la maturità nel 2011), passa per il corso di Fumetto Over presso la Dalì Music School Production Srl e prosegue presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna al corso di Fumetto e Illustrazione (con la laurea nel Marzo 2015).
Quali persone, artisti ed episodi hanno influenzato maggiormente il tuo lavoro?
La mia famiglia ha sempre appoggiato ed incoraggiato le mie tendenze verso l’ambito artistico lasciandomi campo libero nel prendere le decisioni riguardanti il mio futuro (cosa di cui sono estremamente grata) e subendo di buon grado tutte le mie varie fasi creative: i lavoretti di perline, i sassi decorati, il decoupage, i bigliettini di compleanno personalizzati, la pittura su stoffa….
Una persona che ha influenzato grandemente il mio percorso di crescita è Alberto Baldisserotto, il mio docente di Fumetto presso la Dalì Music School Production Srl, oggi amico e collega, che mi ha sempre spronata ad esplorare svariati campi artistici e che ha costantemente creduto in me molto più di quanto io credessi in me stessa: il perfetto tutor saggio  che riesce a tirare fuori il meglio di te.
Ho cercato di ispirarmi a lui nel momento in cui sono diventata insegnante di Illustrazione presso la Dalì School (che è stata per me una bellissima esperienza ed opportunità), per ricreare lo stesso clima da me vissuto nei panni dello studente.
Cercando dei maestri lungo il mio percorso devo sicuramente fare rifermento agli artisti del tardo ‘800/inizi ‘900 in quanto la grafica pubblicitaria e l’Art Nouveau costituiscono per me una continua fonte di fascino (Alphonse Mucha, Lautrec, Lalique, Dudovich, Klimt) con un’interesse particolare per l’Art and Crafts dei Preraffaelliti.
Per il filone fumettistico parto da Little Nemo di Winsor McCay per arrivare a Blacksad (Juan Díaz Canales and Juanjo Guarnido), Asterios Polyp (David Mazzucchelli),Altai & Jonson (Sclavi e Cavazzano).
Nel settore dell’illustrazione sono particolarmente affezionata a degli autori classici come Arthur Rackham, Norman Rockwell, Eyvind Earle fino ad arrivare a Quentin Blake con la sua magica freschezza del tratto, Brittney Lee con le sue sculture cartacee, Lorelay Bovè, William Joyce ed in generale il character design delle case come Disney, Pixar, Dreamworks, Laika…
E chissà quanti altri ne scoprirò nel tempo!
Cosa cerchi attraverso l’arte?
L’arte per me è un’attività vitale. 
Sento il bisogno di esprimermi attraverso l’arte in varie forme: il disegno, il papercut, la xilografia, la rilegatura di libri…
Questo mi permette di compiere un’esplorazione personale e di affinare, in un secondo momento, l’abilità di trasmettere le mie conoscenze ed i messaggi che ne derivano al mondo esterno.
Trovo che sia difficile mettersi in gioco e molto spesso ci sentiamo bloccati ed intimiditi dal possibile giudizio altrui.
Ma l’arte non esiste senza un pubblico che possa fruirne e la critica è una naturale conseguenza dell’esposizione del proprio lavoro più ampia delle mura domestiche.
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C’è una parte della tua ricerca di cui vorresti parlare in particolare?
Ultimamente sono approdata al settore cartaceo nel senso più letterale del termine: ho sempre lavorato con dei mezzi molto tradizionali come la pittura ad olio e acrilico o il pastelli a matita.
Ora trovo che la carta sia il migliore mezzo di espressione per me.
Il collage cartaceo ed il papercut riescono, con la sovrapposizione di strati piatti e materici allo stesso tempo (grazie alla presenza di textures e imperfezioni della carta) a rappresentare la mia visione del mondo esterno.
Qual’è il tuo rapporto con il mercato?
La mia idea riguardo il mercato rispecchia quella dell’Art and Crafts nominata prima:
sono convinta che l’arte non debba essere solo una prerogativa di una cerchia ristretta di persone.
Al contrario deve essere fruibile da tutti anche a livello quotidiano: dalla maglia stampata all’agenda personalizzata.
Dalle partecipazioni di matrimonio ai biglietti da visita. 
Il mio scopo è quello di colonizzare il mercato con l’illustrazione (cosa che attualmente nel mondo sta già accadendo grazie al meraviglioso operato di svariati artisti).
L’idea che ho dell’ambiente in generale è che non sempre le cose vanno nella direzione da noi progettata ma questo deve essere solo un pretesto per continuare a mettersi in gioco e proseguire la propria esplorazione.
I social aiutano ma li considero un mezzo per condividere il mio lavoro e non il fine ultimo del mio percorso.
Cosa consiglieresti ad un artista che vorrebbe vivere d’arte?
Il mio consiglio è quello di investire su sè stessi: 
-Con la ricerca e lo studio innanzitutto.
tenere il cervello in allenamento con libri, mostre, film è quanto di più positivo possiate fare per la vostra immaginazione.
Corsi di specializzazione, workshop, incontri sono utilissimi perché non si finisce mai di imparare.
-Con la curiosità: siate sempre pronti ad osservare il mondo attorno a voi, fonte inesauribile di idee.
Penso che la fossilizzazione sia una cosa molto pericolosa, in tutti gli ambiti.
-Ogni cosa a suo tempo.
Il confronto con altri artisti/ colleghi del settore è inevitabile.
Ma non siate troppo duri con voi stessi: se non avete ancora pubblicato un libro o avuto una mostra personale in vostro onore significa che non è ancora giunto il vostro momento e che potete usare al meglio il tempo a disposizione per perseguire i vostri obiettivi, dando il massimo di voi stessi.
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Francesco Cogoni.
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